Frazione del Comune di Pistoia, distante 8,44 Km dal capoluogo, a 612 metri s.l.m. ed alle pendici del Monte Balza, Cireglio è oggi un paese dedito soprattutto alla villeggiatura, fin dalla fine dell’ottocento, dotato come è di tutti i servizi necessari per gli ospiti dopo che per secoli le attività svolte nel paese erano state quelle caratteristiche dalla società agricola e artigiana.
Fra i villeggianti illustri si ricorda la famosa attrice teatrale Eleonora Duse (Vigevano, 3 ottobre 1858 – Pittsburgh, 21 aprile 1924).
Il paese, assieme alla chiesa, venne interamente distrutto dai soldati tedeschi nell’agosto 1944 quando venne istituita la linea difensiva, chiamata linea gotica.
Nel dopoguerra, il paese venne interamente ricostruito con le case e la chiesa riposizionate esattamente sulle fondamenta di quelle demolite.
La chiesa Pieve di Santa Maria e San Pancrazio, di cui si parla già in un documento del 1084, nota per il suo campanile inclinato sul lato sinistro, venne rasa al suolo il 16 agosto 1944 durante il conflitto mondiale ad opera delle truppe tedesche in ritirata e ricostruita nel 1956, simile alla precedente, su progetto dell’Architetto Alidamo Preti, con ossatura in cemento armato ed abside semicircolare.
Da ricordare, poi, e da vedere il Sasso di Cireglio, a circa 840 metri di quota, meta continuata di escursionisti, con una vista incantevole di tutta la pianura sottostante da Pistoia fino a Firenze, luogo dove, alla fine della seconda guerra mondiale, una croce di ferro (creata dalla fusione del ferro recuperato dalle macerie della chiesa distrutta dai militari tedeschi in fase di ritirata) è stata apposta sulla roccia come simbolo di riconciliazione.
Ad ovest del paese, ed a breve distanza dal centro, superato il ponte sul torrente Vincio, si trova Castello di Cireglio, un caratteristico borgo di vecchie case e vie in pietra alle pendici del Monte Sasso di Cireglio, dove nacque e visse Policarpo Petrocchi, uno dei linguisti più importanti alla fine dell’ottocento (1852-1902), che, nel tentativo di unificare sotto un’unica lingua il popolo della penisola, diviso dai numerosi dialetti, scrisse uno dei primi vocabolari della lingua italiana, “Il Novo dizionario universale della lingua italiana” (pubblicato fra il 1884 e il 1890): esso fu per molto tempo di notevole importanza, anche perché indicava la corretta pronuncia di ogni singola parola.
Il suo paese natale ricorda l’illustre filologo con un monumento realizzato al suo ingresso (un busto di Lorenzo Guazzini del 1909) una targa in marmo, apposta sulla casa natale ed una serie di targhe apposte sulle strade del paese con scritte tratte dalle opere del Petrocchi.