- La più bella “media distanza” del mondo. (Claudio Rebecchi)
- Ci sono le corse è “LA CORSA”. Questa è diversa da tutte, più dura, più impegnativa, più affascinante. QUESTA E’ “LA CORSA”. (Stefano Frivoli)
- Un appuntamento fisso e irrinunciabile nel calendario di ogni marciatore “di lunga Iena”. Che la Pistola-Abetone continui a vivere con sempre rinnovato e sempre antico fascino, consentendo a noi di vivere questa nostra piccola/grande avventura. (Mario Fusco)
- E’ una gara tremenda. Ogni volta l’affronto per riscoprire l’uomo e guardare in faccia, dritta negli occhi, una brutta bestia. (Adolfo Sergio)
- Non c’è arrivo più appagante. Dimentichi tutto, anche l’inferno che hai appena vissuto… perché è l’inferno che t’aspetta su quei tornanti… So cosa troverò, ma non vedo l’ora!” (Massimo Tuci)
- Il percorso è impegnativo, molto più di quanto mi aspettassi, sia sotto il profilo organico, sia sotto quello muscolare e mentale: un vero banco di prova per podisti temprati. Per portare a termine al meglio questa competizione si deve tenere a mente che è una corsa con se stessi quindi si deve correre con prudenza, dosando molto bene lo sforzo e non prendere a riferimento né ritmi né distacchi. (Orlando Pizzolato)
- Vincere il “Gigante”, l’impresa ha veramente del fantastico. Basta porsi in un punto della nostra città, da cui si possa spaziare liberamente lo sguardo a quelle cime tanto spesso incappucciate di neve. Poi riflettere un momentino su questo piccolo essere che è l’uomo il quale, sommando passo su passo, trova tanta energia e tanto entusiasmo per portarsi fin su quelle vette. Lottare contro i giganti è sempre stato il grande sogno dell’uomo ed in ogni essere umano ci deve essere nascosto un piccolo David…..ora il gigante da vincere è Lei: la montagna. Ma non tutti ci riescono, si dirà. Certo, però ci provano ed anche coloro che rimarranno a mezza strada avranno loro stessi una grande vittoria. Solo per aver tentato… (Giulio Fiorini)
- Ho corso qualche maratona, ma le emozioni che dà questa gara sono, secondo me, uniche. Durante il percorso ti vengono in mente tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare in cima. Ti dà emozioni che la maratona non ti dà. (Andrea Arretini)
- Il bellissimo percorso, la natura e la storia vissuta sono le 3 portanti che giustificano pienamente il sudore, la fatica ed i grandi sacrifici di coloro che puntualmente si ritrovano sempre più numerosi ai nastri di partenza. (Fausto Cuoghi)
- A chi mi chiede perché corro, rispondo perché mi fa sentire vivo e mi regala emozioni come questa. “Più lunga di una Maratona, più dura di una cento chilometri” così recita il dépliant che illustra questa ultramaratona e, a conti fatti, mi trova totalmente d’accordo. (Giuseppe Benanzin)
- C’è un legame sottile e inconscio tra sport, ambiente, sentimenti che gli avvenimenti sportivi suscitano nella gente. Le gesta di atleti all’interno di uno stadio non esaltano come il passaggio di campioni o anonimi fra due ali di folla lungo una strada cittadina. La Pistoia-Abetone e diversa da tutte le altre manifestazioni podistiche. Dall’austera Piazza del Duomo agli alberi millenari dell’Abetone, attraverso la stupenda Vallata del Reno avvolta da boschi di castagni, poi S. Marcello, la Valle della Lima, Cutigliano, tra immagini che cambiano metro dopo metro. C’è un fascino particolare in questa corsa: un’ammirazione naturale verso chi si arrampica lungo i tornanti delle Piastre e quelli della Statale del Brennero, sfidando gli altri e se stessi in un’impresa che ci riporta indietro nel tempo. Ma c’è pure la consapevolezza che pur non vestendo i panni del campione si possa essere in qualche modo protagonisti. E per questo che la Pistoia-Abetone non è “una delle tante corse podistiche”, ma “la corsa” per eccellenza. 50 chilometri praticamente tutti in salita, con pendenze che arrivano fino al 12%, credo siano il massimo che un amante del podismo possa chiedere. Vi è un legame particolare, e forse non più ripetuto nel corso dell’anno, tra la città e la montagna, quasi che queste centinaia e centinaia di concorrenti fossero un filo che tiene uniti i due territori. La città per un giorno restituisce qualcosa alla montagna. Per una volta tanto non c’è fretta di raggiungere qualcosa o qualcuno, c’è il tempo di guardare e ammirare: le ghiacciaie, le vecchie fabbriche, le botteghe artigiane, gli abeti, i castagni, i ruscelli. Pensando che tutto sommato si tratta di una cultura non ancora pienamente recuperata. Ecco allora che, pur essendo importantissima ogni forma di attività agonistica, la Pistoia-Abetone è una manifestazione a sé, con un fascino che nessun altro evento sportivo riesce ad avere. (Vannino Chiti)
- Una corsa per veri intenditori, in cui coraggio e ragionamento devono tenersi per mano. Ma per tutti ii vero premio si chiama Abetone; terminare la gara è davvero la prima vittoria. Una corsa magnifica, tra le più difficili in assoluto. 50 km duri, durissimi. Belli, bellissimi. (Marco Marchei)
- La “montagna del falco”/manda il suo richiamo/è giorno della gara/che tanto temo e amo/ (………). I chilometri sono briciole/frammenti/non posso più mollare/ stringo i denti/. Brilla fra la folla/la scritta rossa “ARRIVO”/brillano i miei occhi/ancora mentre scrivo;/ora che salgo/con i campioni il palco/lassù mi sembra/di vedere un falco/o forse è la mia anima/che si e alzata in volo/e libera volteggia/fra gli abeti e il cielo./ Vicina è la montagna che, gentile/regala i suoi tesori,/il sole, il vento/gli aromi ed i colori/e dai miei occhi attinge/una goccia d’emozione/che rimarrà per sempre/quassù all’Abetone. (Mauro Campigli)
- L’unica corsa cui realmente tengo nel calendario podistico. Ogni atleta, secondo le proprie capacità, dovrà fare grandi sforzi per arrivare in cima, ma sono certo che la soddisfazione tratta da quest’impresa ti resta nella mente e nel cuore per un tempo infinito, mentre la fatica scomparirà anche se ci vorranno alcuni giorni. (Maurizio Lorenzini)
- Caro Abetone, vi sono cento e cento che anelano ancora al semplice, all’essenziale. Perciò chiamali, sfidali, rammentagli che esistono ancora, perenni e incommensurabili, valori gratuiti come due gambe, una gran montagna in tempo d’estate da conquistare e, soprattutto, uno stato d’animo di apertura al desueto, all’ascendente…. E premiali!! Quanti risponderanno premiali tutti con quello che hai e tutti chiamali vincitori! Perché vittoriosi, sappi, saranno quanti d’impeto porteranno la loro fatica a riposare fin sui tappeti di mirtilli dei bastioni della Selletta ed a possedere le visioni abituali della aquile. (Cirano Andreini)
- Se l’hai corsa non te la scordi, ogni volta è un’esperienza dura e bellissima. La cosa che più mi piace è attraversare gli splendidi paesini del percorso e, pian piano, veder la pianura che si allontana sempre di più. (Fiorello Maestripieri)
- Pistoia-Abetone: di corsa sulla “Montagna del Falco” con la forza della tradizione. II segreto è qui. Rinnovarsi senza snaturare l’antico fascino. L’appeal dell’ultramaratona che si corre sull’Appennino Pistoiese è unico. E non solo dal punto di vista paesaggistico. Sono in tanti a subirlo. Obiettivo: vincere la sfida con la storica salita. Nei commenti felici ed entusiasti degli atleti sta l’essenza di questa gara: un confronto estremo con se stessi. I protagonisti di questa giornata di festa sono i soliti, adorabili incoscienti della Pistoia-Abetone. Con i piedi gonfi, ore e ore di fatica nelle gambe, ma con la gioia di aver vinto la sfida delle sfide. (Paolo Traversi)
- Ho ricordi stupendi di questa corsa, una della più atipiche e difficili che esistano. La prova è di quelle per uomini veri. Attenzione: se la maratona è dura, la Pistoia-Abetone lo è molto, ma molto di più. (Sergio Pozzi)
- Corro tre gare all’anno. Due mezze maratone e la “Regina” delle classiche. Perché, hai un altro nome per chiamare la Pistoia-Abetone? (Giacomo Rossi)
- Incontro fra podisti: “lo ho corso qui”, “lo ho corso là”, “lo ho fatto la gara tale, la Maratona talaltra” e via dicendo. Ognuno raccontava le sue esperienze. Solo uno se ne stava in silenzio. Pareva disinteressato, distaccato, pensoso, assente. Alla fine l’hanno coinvolto. “Dai, raccontaci qualcosa…..”. Ha attaccato: “Quando ho fatto la Pistoia-Abetone….”. Non ha finito la frase ed il silenzio era già sceso. Gli altri si guardavano in faccia. E lo guardavano con quel misto di invidia e di ammirazione con cui si guardano i “grandi”. (Alessandro Taddei)
- Molte cose sono cambiate dal 1976 ad oggi, la Pistoia-Abetone è invece immutata e forse immutabile. Un bel traguardo per una manifestazione che non rappresenta né il culto dell’immagine, né il business. Ogni anno che passa accresce II fascino di questa sfida contro le possibilità umane e con essa i motivi che le consentono non solo di sopravvivere, ma di aumentare ii proprio prestigio. E poi, quante sfide epiche su questa strada… Coppi, Nuvolari… una strada dai forti connotati “mitici”. Uno stimolo di più per tutti i podisti che ogni anno partecipano all’ immane fatica. (Stefano Baccelli)
- E’ uno dei pochi percorsi che si finisce con la voglia di ricominciarlo, perché ha il fascino dell’avventura e della vittoria finale, non quella di arrivare primi, ma quella di arrivare in cima, che è la più vera. E’ proprio quello a spingerci a lottare contro la fatica, il sudore, il caldo afoso dell’estate e la ripida salita che sembra non finire mai ed è questa la vittoria per tutti coloro che arrivano sotto l’ambito striscione dell’Abetone. (Renata Ortolani)
- La gara e un sogno, bellissima e affascinante. La reputavo mitica ed è davvero massacrante, una corsa che ti vuol guardare negli occhi, che ti svuota dentro, che riesce a farti pentire di essere arrivato fin lì e non ti vorrebbe far andare avanti. Ma alla fine lo spirito di sacrificio, la voglia di soffrire fino all’ultimo riescono a sconfiggere anche la salita più dura. (Luca Baroncini)
- Ben venga la Pistoia-Abetone, festa degli umili, fonte di fatica e di sudore, specchio delle reali capacità dell’uomo, solo di fronte alla forza ed alla bellezza della natura Manifestazione squisitamente popolare che intende unire tutti nell’agonismo più sano e rinverdire valori purtroppo dimenticati. (Ugo Poli)
- La Pistoia-Abetone è la corsa più bella e al tempo stessa più dura che abbia mai fatto. E’ una gara magnifica, un esame severo per chiunque. Sul piano della fatica pura non ha niente da invidiare ad una 100 chilometri. Una gara durissima dal primo all’ultimo chilometro, con pendenze da capogiro. (Normanno di Gennaro)
- E’ difficile sfuggire al richiamo della montagna pistoiese che ogni ultima domenica di Giugno “ti cerca” e ti sfida con le sue salite ed i suoi tornanti. La voglia di riprovare le emozioni che solo l’arrivo lassù, dove osano le aquile, dopo 50 km “di tutto, di più” è forte. Immagino gli sforzi, la strada che sale, i tornanti, l’ombra e il sole che picchia, la sete che ti assale, gli ultimi chilometri, la strada che spiana, l’arco e il tappeto che mettono il sigillo all’impresa. Veramente un’impresa eroica! (Stefano Cappellini)
- “Percorso pazzesco”… queste sono state le uniche due parole che riuscivo a pronunciare dopo aver tagliato il traguardo in cima all’Abetone. Un percorso immaginato durante le letture delle cronache di chi l’aveva già corso, ma posso dire che nessuna cronaca, per quanto dettagliata, rende merito e descrive nei dettagli la durezza delle salite e la difficoltà delle discese. L’arrivo, poi, è un’emozione infinita. (Carlo Fenu)
- Il significato di questa fantastica “camminata” fra il verde delle nostre montagne va aldilà del risultato. Non importa se molti si fermeranno sul ciglio della strada traditi dall’entusiasmo e dalle forze; non importa se altri impiegheranno tanto tempo per giungere alle Piramidi montane, per molti lontanissime come quelle del deserto. Per tutti, indistintamente, sarà una ricca ed intensa esperienza che lascerà qualcosa da ritrovare, poi, nei giorni di lavoro o per parlarne, alla sera, con gli amici. E quell’itinerario, nei discorsi densi di emozione e di entusiasmo, diventerà un felice riferimento, una specie d’avventura con nomi che assumeranno chissà quali risonanze: Cireglio, accucciato attorno alla ripida strada; le Piastre, la cima svettante prima del tuffo verso Campo Tizzoro sparpagliato attorno alla sua grande fabbrica e poi Maresca ridente ed ambiziosa, Gavinana ricca di storia e poi ancora S. Marcello, la piccola città di montagna. Infine la grande impennata verso Cutigliano, prezioso come una miniatura e così caro a Gianna Manzini; verso Pianosinatico, così raccolto e assolato, già nella suggestione dei canti della poetessa Beatrice, per arrivare, infine, lassù all’Abetone, tanto in alto che la mente lo trasfigurerà in una meta irraggiungibile. (Nilo Negri)
- Chissà se tutti sanno che alla mitica, temibile, terribile Pistoia-Abetone esistono non tre ma ben quattro traguardi. Ebbene sì! Esiste il 4° traguardo, un traguardo speciale fatto nell’amore più assoluto, ambìto come e più del vincitore della montagna. Rivolto ai diversamente abili, ragazzi cui la vita ha forse privato di un qualcosa, ma ha dato loro forza, capacità e qualità di cui noi non siamo capaci. Uno spettacolo nello spettacolo vedere la loro tenacia, gioia, voglia di vivere, il poter esultare una volta giunti all’arrivo dell’Abetone. Il loro sorriso incontenibile, la felicità che riempie il cuore e fa traboccare l’anima anche del più incallito e freddo degli esseri umani. Questi ragazzi tagliano per primi non un traguardo qualsiasi, ma quello di Piazza delle Piramidi: 3 chilometri di gioia e felicità vera, accompagnati da insegnanti, istruttori, familiari ed amici del Gruppo “Regalami Un Sorriso”. Un “quarto” traguardo che vale un’Olimpiade e quegli ultimi cento metri sul tappeto sono come il giro d’onore nello stadio gremito di folla. Solo pochi chilometri separano la partenza da Le Regine dalla Piazza dell’Abetone, ma sono per tutti “momenti di gloria”, gloria vera e indimenticabile, di quella che ti fa vibrare, bruciare la pelle e ti fa sentire orgoglioso di esserci stato. Il Quarto traguardo è tutto questo: è sport, è solidarietà ed un arricchirsi di sensazioni, emozioni intense e particolari che ti portano a capire quali siano i veri valori della vita. (Gruppo “Regalami un Sorriso”)
- Amici podisti, quale migliore occasione può essere offerta per vivere una giornata da protagonista? Eh si, i 50 chilometri che separano Pistoia dall’Abetone rappresentano un test che non teme confronti e solo un protagonista può sopportarlo. C’è la pianura…….c’è la salita…..c’è la discesa e, dulcis in fundo, c’è l’Abetone che, con i suoi infiniti tornanti, ti porta su.. .su.. su.. lentamente su… fino alla vetta, per gustare la vittoria non tanto sugli altri quanto su se stesso. Ed è appunto questo che una competizione del genere riesce a darti: sì, un senso assoluto di fatica, ma nello stesso tempo una gioia infinita, una vera dimensione di atleta, solo contro tutti e tutto. Ma, là sul traguardo ci sono tutti ad aspettare solo e solamente te, eroe della giornata. Per un sogno divenuto realtà, vissuta e sofferta con indomito coraggio. (Vito Melito)
- Pistoia-Abetone, la regina delle 50 chilometri, La storia delle gran fondo italiane passa di qui, dalla più dura e suggestiva delle ultramaratone. (Calendario del Podista)
- La Pistoia-Abetone è sempre una sorpresa. Una gara da fare con la testa: nella lunghezza del percorso, nelle difficoltà, le crisi arrivano. Quindi prima di tutto è una grande sfida a se stessi. Ma è indescrivibile la soddisfazione che uno prova ad arrivare in cima: io l’ho provata ben sei volte e credo che ogni volta sia una cosa nuova (Silvano Calistri)
- Terribile! Meglio fare un Passatore che la Pistoia-Abetone!!! (William Govi)
- Provate per credere. L’arrivo in piazza all’Abetone ti fa toccare il cielo con un dito, paragonabile solo alla conclusione del “Passatore” a Faenza. (Valeriano Bonistalli)
- Una maratona può essere alla portata di tutti, ma la Pistoia-Abetone “no”. E’ questa, e solo questa, la corsa che ti rilascia per sempre la “laurea” di vero podista. (Gianfranco Toschi).
- I tornanti, che da Ponte Sestaione si snodano su su fino a Pianosinatico ed oltre, ricordano un po’ le “spire” di un boa. Ammesso di avere ancora della “benzina”, li percorriamo in ogni caso a stento. Altrimenti, per l’incedere dei passi ormai trasecolanti all’unisono col respiro che man mano s’accorcia, ci stringono in una morsa micidiale fino alle nostre estreme possibilità; ed allora, per non oltrepassare quella soglia e non sprofondare nell’abisso, siamo costretti inesorabilmente a fermarci. (Andrea Pescia)
- La corsa più bella è la Pistoia-Abetone. Mi ha dato la seconda vita. E’ la vera corsa, fatta di fatica, testa, gambe, entusiasmo e chi più ne ha, più ne metta! (Marcello “Bobo” Bonistalli).
- Ho sconfitto la montagna! 50 chilometri devastanti! Non ci sono altre parole per definirla!! Percorso allucinante!! (Filippo Cenci)
- Non esiste gara più bella al mondo. Aaaahh, quando arrivi al traguardo! Non ci sono parole, qualsiasi tempo abbiamo impiegato! (Franco Scarpa)
- Corsa bellissima, ma durissima, finita in 7 ore. Quando arrivai, dissi “mai più”. Alla fine ti lascia il vuoto, ma capisci fino a dove puoi arrivare. (Salvatore Vizzini)
- Quando qualcuno al quale racconti dove hai passato la domenica reagisce dicendo “ma su quella salita fa fatica anche la macchina!”, ti rendi conto che quella “passeggiata” di 50 chilometri non è poi così scontata. (Alessio Maioli)
- Una gara in cui devi dare tutto perché ti chiede tutto. Non la si può improvvisare altrimenti ti annienta metro dopo metro. Malgrado la migliore preparazione tuttavia non ci si sente mai pronti per gare del genere. L’arrivo in piazza è da brividi: la gente applaude e forze insospettabili ritornano in te, ti danno la possibilità di scattare verso il traguardo, con le braccia al cielo e gli occhi lucidi di gioia. Quando andiamo via, incrociamo gli ultimi che stanno arrivando, ma nei loro occhi brilla la stessa luce che brillava nei nostri, perché in questa gara non conta il tempo impiegato ma arrivare in vetta… (Massimo Ciccazzo)
- Nessuna corsa è come questa. Ve lo dice uno a cui piacciono le gare più dure ed impegnative, ma questa le batte tutte per distacco. (Giorgio Lombardi)
- Questa sarà la mia terza partecipazione. E’ la corsa più bella che ci sia, una sfida con te stesso per arrivare alle porte di un Paradiso chiamato Abetone. (Samuel Ballin)
- Questa gara inimitabile è, senza ombra di dubbio, la più affascinante cui ho partecipato in 35 anni di carriera agonistica. Trovo sia sempre una gara fantastica, correrla ti dà delle emozioni uniche. Non importa il tempo, non importa la posizione. “Tutti coloro che raggiungono l’Abetone è come se avessero vinto”. Una grande soddisfazione che auguro possano provare tutti quelli che amano la corsa. (Andrea Grassi)
- Ho iniziato a pensarci mesi prima e, più si avvicinava, più pensavo: “Non ce la farò mai!”. L’ho detto a tutti e la cosa più gentile che mi hanno risposto è stata: “Sei un pazzo!”. Salite infernali, paesaggi stupendi, discese da brivido e profumi forti. Sinceramente non pensavo di poter fare una cosa cosi bella. Da uomo di mare non pensavo di trovare un pezzo di Paradiso su una della vette podistiche più alte d’Italia. (Luciano Lo Tufo)
- Ero alla mia prima partecipazione ed ho già nel cuore questa corsa! L’anima nel caos, i pensieri ribollenti, una concretezza mai sentita ed una metamorfosi in atto. La Pistoia-Abetone ti apre la mente, ti imprime quello che sei veramente e pulisce la vista interiore! (Davide Ribichesu)
- E’ la settima volta che partecipo a questa gara, la più bella di tutte. Spero di partecipare ancora tante volte, se la salute sorregge. La vostra sarà l’ultima corsa che abbandonerò. (Roberto Priano)
- La Pistoia-Abetone la scegli se ami la salita. Ed è una soddisfazione grande andare in fondo! (Paola Sanna)
- Questa gara non perdona. La salita finale è davvero spettacolare, qui si vede davvero l’uomo in faccia. (Ascanio Torrini)
- Una grande cosa, una grande emozione. All’arrivo sembra quasi di essere più grandi della montagna che si è appena scavalcata. Un’emozione unica proprio per la fatica che si è fatta durante il percorso, perché ci si rende conto che si tratta di una cosa che non tutti riescono a fare. In quel momento ci si sente veramente grandi. Sembra veramente di spiccare il volo. (Paolo Battelli)
- L’ho corsa tutta il 28 Giugno scorso ed è la “corsa delle corse”. (Mauro Lazzoni)
- Quando le aprite le iscrizioni? Fatta ieri e ho già voglia di rifarla. (Massimo Zangheri)
- Solo chi ha provato il terribile percorso della Pistoia-Abetone ne conosce la sofferenza ed il sacrificio, non solo fisico, che accompagna l’atleta su per i tornanti che portano alle piramidi. 11 volte ho portato a termine la “mia” Pistoia-Abetone e ben ricordo le paure, le ansie della vigilia, la grande sofferenza ed a volte la frustrazione provata durante la gara. Ma più di ogni cosa ricordo la gioia, la soddisfazione, l’orgoglio nel riuscire a…”volare”, pur allo stremo delle forze, il corridoio di 200 metri che dopo l’ultima curva annuncia il traguardo, la fine della nostra fatica e sancisce il nostro successo. (Massimo Carradori)
- Ricordi specialissimi. Tenete duro che lassù è un’emozione unica. (Francesco Caroni)
- Non importa quanta tempo ci impieghi, l’emozione di tagliare quel traguardo vale più d’ogni cosa…lo ci sarò! (Francesco Pintori)
- E’ una gara unica con un fascino tutto suo particolare. Non si può confrontare con nessun’altra e presenta sempre problematiche diverse. Fino all’ultimo chilometro non puoi mai cantar vittoria. (Andrea Silicani)
- II Quarto Traguardo? Un’emozione incredibile. Vedere questi ragazzi cercare di essere partecipi all’evento, spinti dalla volontà, ti fa provare una sensazione che mai avrei pensato di poter vivere. (Aldo Piantini)
- Da tanti anni ne conoscevo il nome ed il fascino. Allora me la sono goduta tutta. (Alberico Di Cecco)
- La Pistoia-Abetone è una della gare più belle che ci siano e sicuramente una della più dure. (Marco D’Innocenti)
- E’ stata durissima. Mi avevano avvertita e sapevo cosa mi aspettava. Panorama bellissimo, posto unico, ma corsa impegnativissima! (Francesca Marin)
- Pistoia-Abetone: una fatica per tanti ….una festa per tutti. (Maurizio Tintori)
- Difficile trasferire uno stato d’animo, raccontare oltre cinque ore di una gara durissima, che ogni maratoneta od ultra dovrebbe avere a cuore di correre almeno una volta nella vita, A sentir le voci dei veterani incontrati lungo il percorso, la corsa più dura di tutte, persino più della 100 chilometri del Passatore, II che parrebbe illogico vista la distanza doppia della Firenze-Faenza. Eppure, le interminabili salite sotto il sole, gli ultimi 17 chilometri di pura infinita ascensione, rappresentano emblematicamente “la Corsa”, durante la quale ad ogni metro, ad ogni passo devi fare i conti con la testa, le gambe ed iI cuore. (Giuseppe Grieco).
- Torno a fare questa stupenda gara che per noi toscani è speciale! Ho deciso di rifarla perché arrivare lassù non ha prezzo, lì ti accorgi davvero di aver fatto una grande impresa. Chiudo con tanta felicità e qualche lacrima. (Sauro Toti)
- Questa gara è una di quelle che almeno una volta nella vita un appassionato di corsa, o amatore che sia, dovrebbe “tentare” di portare a termine. Devo riconoscere una cosa: ora che ho fatto questa ultra, confermo la difficoltà che supera di gran lunga una 100 chilometri anche se, cronometricamente, dura la metà del tempo. (Dario Castagna)
- Basta conoscerne un po’ la storia per rimanere affascinati. Per chi ama mettersi alla prova, la Pistoia-Abetone un appuntamento irrinunciabile! (Andrea Rasponi)
- La Pistoia-Abetone non dà scampo….non “spiana” mai. Però è una corsa meravigliosa! (Alessio Nistri)
- Cosa ti spinge a fare una gara come questa? Innanzitutto la pazzia! E poi vince sempre l’Abetone. Per la durezza e per la bellezza è una corsa con la C maiuscola come ce ne sono poche. L’Abetone è la storia e per chi è toscano ha un valore in più. (Michele Evangelisti)
- L’emozione di arrivare in vetta all’Abetone non è paragonabile neanche quando ho fatto il personale in maratona, perché quello che ti dà questa gara non te lo dà nessun’altra. E’ una gara bellissima, di cui avere rispetto, timore quasi. Con un’atmosfera che nessuna maratona ha. (Veronica Vannucci)
- Riuscire ad arrivare in cima all’Abetone, dopo 50 chilometri durissimi, micidiali, complessi ed infiniti, è stata un’esperienza emotiva molto profonda. Alla fine, la scalata finale verso il Gigante, la mamma di tutte le salite, è l’esame finale per prendere la laurea. (Luca Villani)
- La Pistoia-Abetone non è una gara come le altre. La montagna con i suoi tornanti, i suoi saliscendi, le sue curve mozzafiato, ti si presenta minacciosa, come un drago alle porte di un tunnel al cui interno è deposto un tesoro. (Giors Oneto)
- Per la settima volta porto a termine la Pistoia-Abetone ed ancora una volta ho messo in essere il motto “Die hard”. (Alessandro Piccini)
- Cosa dire per raccontare la Pistola-Abetone? Forse non basterebbe un libro di mille pagine. All’ultimo chilometro comincio a fare un bilancio di questa corsa in termini tecnici e soprattutto emotivi e mi sento come un bambino cui dicono di scendere dalla giostra, consapevole di essersi divertito ma mai contento abbastanza. Il traguardo sulla Piazza delle Piramidi è una gioia ed un momento sognati da mesi: vorrei fosse durato di più quell’attimo infinito colmo di emozioni e sensazioni che ancora ricordo con piacere. E’ finita e sento già la nostalgia. (Massimiliano Cuccoli)
- E’ una delle 50 chilometri più dure e belle che ci siano. Il percorso non ha nulla da invidiare al più bel trail, sei sempre immerso nel verde e puoi godere di panorami davvero meravigliosi. (Valeria Ulian)
- Felice di averla conclusa, perché è una gara che ti dà emozioni che bisogna provare: bisogna amare la montagna ed essere pronti a marciare in salita senza timori, senza mai perdersi d’animo. (Giuliana Montagnin)
- Mi tornano in niente i ricordi, la picchiata nella Valle della Lima, il caldo e l’umidità terrificante in fondovalle, la salitona finale, senza respiro, sotto un sole africano. Estenuante, dà tregua solo quando sei arrivato e sfinito. (Carlo Gabadoni)
- Alla fine mi siedo sul marciapiede arroventato, mi immagino come Roberto Duran (il pugile) davanti all’Abetone-Ray Sugar Leonard (l’altro pugile) e dico “No mas”. Mai più…. Il giorno dopo, però, ho già cambiato idea. (Fabio Terreni)
- Arriva sua maestà, la salita finale … dalle forme “Giro- Dantesche”: tornanti che si susseguono a ritmo incalzante, dall’urto possente come onde oceaniche, avvolgenti come un boa constrictor che ti strizza come una spugna (per poi sputarti come un chewing gum) … Come un naufrago con lo sguardo perso nel vuoto, uno si chiede: Chi sono? Come mi chiamo? Come sono finito qui? Piuttosto… Sono vivo o sto sognando?… Quando è finita si riassaporano le tante sensazioni, fotogramma per fotogramma, vissute e sofferte lungo tutta l’avventura che questa gara assicura, uno strumento con cui ogni amatore può misurare la sua forza, tenacia, determinazione e passione per questo durissimo sport. 50 chilometri moltiplicati per Abetone = 100 chilometri. Provare per credere! (Valerio Fatatis)
- La Pistoia-Abetone è fondamentalmente diversa dal “Passatore”, ma non è sbagliato dire che arrivare al traguardo è altrettanto faticoso, poiché i chilometri sono la metà ma il percorso presenta più del doppio delle difficoltà, specialmente in termini di qualità. La prima e la terza salita, se distribuite in gare diverse, farebbero già due gare dure. Assieme sono un cocktail micidiale. Tre schiaffoni: il primo (Le Piastre) ti mina pesantemente, il secondo (Passo dell’Oppio) è un colpetto che ti riporta ad uno stato precario quando sei lì per riprenderti, il terzo (Abetone) ti dà il colpo del knock out. La caratteristica della Pistoia-Abetone è questa! (Giancarlo Bruzzolo)
- Il racconto è superfluo, va vissuta, è una gara, una sfida, un viaggio verso la conoscenza più profonda di sé stessi. Attraverso un ennesimo spettacolare pezzo d’Italia. (Matteo Paride Ghezzi)
- Una gara sempre bella. Mi piace tutto di questa corsa: la salita, la sofferenza… Una gara che comincia dopo La Lima, quindi bisogna arrivare freschi a San Marcello per poi attaccare gli ultimi 17 chilometri. Lì, se non ne hai, perdi tutte le posizioni che avevi guadagnato! (Lucio De Chigi)
- Quassù all’Abetone è stata dura. Io avevo fatto per tre volte la 30 chilometri: tutt’altra cosa… Massacrante, a chi non l’ha mai provata dico: provatela perché l’emozione di arrivare in cima è fantastica. (Isacco Collini)
- E’ una gara stupenda, anche se dura dura. Molto più dura delle 100, ve lo posso garantire! (Michelangelo Costanzo)
- Durissimamente bella, paesaggio fantastico. Ho affrontato l’ultimo chilometro piangendo: sono riuscito a portare a termine una sfida che lascerà traccia indelebile nella mia mente e nel mio cuore. (Lorenzo Bianchi)
- lo porto la Pistoia-Abetone nel cuore. Al suo traguardo, dalla gioia, ho pianto come un bimbo. Gioia che non ho più provato in altra gara… (Carmelo Bellissima)
- Per me è la madre di tutte le corse, ha un’atmosfera unica e la gente è straordinariamente gentile e disponibile. (Giovanni Teglia)
- Davvero una gara terribile, durissima, di una difficoltà estrema. Ma quanto è bella!! Appuntamento fisso nel calendario… (Marcello Spreafico)
- E’ ritenuta da tutti la corsa più difficile, ma forse per questo è la più apprezzata. La Pistoia-Abetone è davvero una corsa da intenditori. (Renata D’Antoni)
- Ho fatto anche le 100 chilometri, ma questa è più dura. In verità si tratta di una fatica diversa, più breve ma più intensa. Una gara sempre bella! (Fabio Meschini)
- La chiamo “la gara del buon senso”, in cui risparmiare le energie all’inizio della competizione ti ripagherà nel finale, nei chilometri più duri. Questa gara è tra tutte le ultramaratone, e tra tutte le 50 chilometri, la più bella. (Cristina Pitonzo)
- La definirei “la classicissima” del podismo. (Luca Panichi)
- Una corsa da eroi! (Damiano Guidi)
- E’ stata la mia prima volta e non vedo l’ora di rifarla, mi ha lasciato dentro qualcosa di indescrivibile! (Giorgio Ceccarini)
- Se mi dovessero domandare se vale la pena correrla, direi assolutamente SI. Per tutti i primi 46 chilometri dove ti inchini alla montagna, ma innanzitutto per quegli ultimi 4, dove capisci che ormai ce l’hai fatta. La strada finalmente ti fa un regalo, ti lascia tirare un poco il fiato, non senti più la fatica come prima ed inizi a godere appieno di quegli ultimi metri e di quel traguardo sognato tante volte. (Daniele Pozzi)
- Ho già la malinconia provocata dalla mancanza di quelle salite, di quelle ripide discese, del suoni, i colori ed i profumi di quei posti, della gente che ne fa parte. Poche genti per la verità, ma tanto sincere ed affascinate dal nostro passaggio. Mi mancano già le sensazioni provate nel percorrere quei chilometri, uno dopo l’altro, ignaro di quello che mi può capitare in quello successivo. Ogni passo percorso ha costruito un pensiero, un concetto, un desiderio; ha demolito la paura profonda di non esserci, in cima, insieme agli altri. Ogni passo ha lasciato un segno indelebile nella mia fibra. Ho vissuto un sogno dal quale fatico ad allontanarmi. Ora sembra tutto incompatibile, estraneo, non condivisibile con il mondo “normale”. Grazie Pistoia-Abetone. (Vincenzo Lo Re)
- La Pistoia-Abetone era ciò di cui avevo bisogno, è stata lei a chiamarmi e ad invitarmi a casa sua. Come ogni padrone di casa che si rispetti ha onorato l’ospite, l’ha coccolato, sostenuto, messo a suo agio, rendendo la sua visita unica e congedandolo con un grande abbraccio, ricordandomi che cosa grande avessi fatto. Ho ripercorso luoghi che conoscevo a memoria e che, a distanza di anni, non deludono mai. Il fascino di questa gara sta tutto nella sua durezza e nel paesaggio che ne fa da cornice. II silenzio della montagna, interrotto solo dai click della macchine fotografiche nascoste fra cespugli ed alberi; la natura che, ad un certo punto, diventa amica, regalandoti ombra e fresco; un pubblico che non manca mai una parola di sostegno per tutti coloro che passano; la fatica che tenta di prendere il sopravvento ma non ci riesce: tutto ciò, e molto di più, è la Pistoia-Abetone. 50 chilometri di fotogrammi di una vita che ti scorre davanti agli occhi. 50 chilometri di emozioni. 50 chilometri di crampi. 50 chilometri di voglia di rivincita. (Caterina Fusco)
- La Pistoia-Abetone deve essere raccontata, in modo che tutti sappiano che esperienza unica e straordinaria rappresenta! La definiscono “la corsa con la C maiuscola” ed è veramente incredibile. Mi ero documentato ed avevo letto commenti sul fatto che fosse per antonomasia una gara dura ma, quando poi la corri, ti rendi conto che lo è molto di più rispetto a quanto ti aspettavi. Le salite non finiscono mai ed i tanti chilometri da percorrere ti portano veramente ad esaurire tutte le energie fisiche e mentali disponibili. Aiuta molto anche il paesaggio che è veramente fantastico, assieme alla gente che non smette mai di incitarti lungo tutto il percorso, con la simpatia unica dei toscani ed il loro inconfondibile dialetto. E’ una gara dove conta la testa, devi ripeterti in continuazione che vuoi farcela, che devi e che vuoi arrivare in cima e niente ti può fermare. All’arrivo passano per la mente le immagini del percorso, la fatica, i vari momenti di sconforto, ma prevalgono su tutto la felicità e la convinzione di aver fatto qualcosa di eccezionale. (Luigi Ambrosino)
- Ogni anno dei pazzi in pantaloncini e canottiera partono dal centro storico di Pistoia per arrivare fin lassù, all’Abetone: 50 chilometri di salita, sudore e fatica, dolore e maledizioni, per avere il proprio nome fra i valorosi che sono arrivati al traguardo. Ci sono alcune discese (poche) e salite ripide (tante), con tornanti messi alla fine come in un romanzo giallo o meglio come in un dramma. Tornanti dove le auto devono mettere la prima per continuare. In quel momento ne vedi di tutti i colori. Chi si ferma con i crampi piangendo ed imprecando. Chi si sente male e stramazza al suolo, esausto. Chi vomita l’anima dallo sforzo. Solo in prossimità del sospirato arrivo, tiri fuori risorse dalle tue ultime energie o ti affidi al tuo orgoglio. All’arrivo l’emozione prende il sopravvento mischiando lacrime di gioia all’abbondante sudore della fatica. Vedi il traguardo e, in quei pochi metri che mancano, pensi a quelli che si sacrificano per questa passione, che piangono quando arrivano fregandosene della posizione di classifica. A quelle persone che si mettono sul percorso a distribuire acqua e pacche amichevoli a tutti. A quelli che hanno sempre una parola di conforto e di incoraggiamento. Sorridi ai bambini che ti chiedono il cinque, emozionati, e ti ammirano per il semplice fatto che sei li. Nessuno può capire cosa si prova finché non lo fa, solo chi corre capisce la voglia di tutta quella fatica. Perché corri contro te stesso ed è vero: puoi arrivare ultimo, ma per il solo fatto che sei arrivato hai vinto. (Luca Trovato)
- Io e la montagna. Da scalare. Da assaporare. Gustare in tutta la sua fierezza. Lei era pronta a sfidarmi ed accogliermi fra le sue vette. Insieme al mio sudore…ed alle mie lacrime. Si, perché piangevo ogni volta che pensavo a quel traguardo, a quella medaglia. A quel pubblico che mi avrebbe accolto come un eroe in ogni caso. Con qualsiasi tempo io avrei vinto! Una salita di 17 interminabili chilometri dove non ti riconosci più. Dove il desiderio di arrivare al traguardo si fonde con la voglia di abbandonare tutto! Dove si dà tutto, si sputa sangue. Qui saltano gli schemi, non esiste preparazione che tenga. Adesso e il cuore! Ed è col cuore che ho affrontato lo spauracchio. Ogni chilometro era di un sapore diverso, ogni passo era un passo in meno, ogni ansimante respiro mi accompagnava verso la vittoria: la mia personale vittoria. Gli ultimi li ho percorsi con le lacrime agli occhi, fra crampi e sete. Correvo, sempre più forte, determinato. Testa alta, occhi al cielo, un cielo azzurro pronto ad accogliermi suite vette più belle. Non c’erano le stelle, ma le vedevo, vedevo colorarsi tutt’intorno. Ora resta il sapore dell’impresa e la consapevolezza che nulla sarà mai come prima! (Domenico Baglivo).
- E’ “La Corsa”, è come una droga: una volta fatta, non la lasci più. (Massimiliano Baldi)
- E’ ben oltre lo sport. Uno stato di trance che si raggiunge sull’ultima salita. Gioia! (Gabriele Giachi)
- La Pistoia-Abetone è unica e non paragonabile a nessun’altra corsa, un percorso che, se ben affrontato, dà all’arrivo una soddisfazione impagabile. Un invito a tutti gli appassionati di ultra a fare propria la partecipazione a questa “che non è solo una gara”, ma un’impresa da fare in amicizia! (Gregorio Antonio Zucchinali)
- Stupenda corsa in salita, prima San Marcello e dopo l’Abetone. Sarebbe come se la strada ti dicesse: “Prima ti mastico e poi ti sputo”. (Alessandro Tognozzi)
- La Pistoia-Abetone è la prova più difficile che abbia mai fatto, una 50 chilometri in cui parte del tracciato si percorre a quasi 1500 metri sopra il livello del mare, dove respirare è più difficile e le salite sono più numerose dei funghi che spuntano al bordo della strada! (Francesco Capecci)
- Nella penombra del mattino, presto arriverà dalle strade strette che affacciano o conducono in piazza Duomo gente che non ha paura. Su un vecchio numero di “Correre” finì una foto che racconta una storia senza nomi e date. In quell’immagine, infatti, campeggiava un cartello che non aveva conosciuto tipografia, lettere colorate su un fondo di cartone a comporre la scritta. “Forza, gambe e cuore”. Altro non occorre per spiegare tanto la longevità della Pistoia-Abetone quanto la diversità di questo ambiente di corsa rispetto a quello che ci dicono vada per la maggiore nei desiderata delle aziende che di corsa vivono o solo dichiarano di volerlo fare. No, qui non c’è tempo e probabilmente neppure voglia per sorrisi in favore di telecamere o smartphone; qui si sale, si sale, si sale. Col sorriso dentro, magari, quello sì, perché, rischiando la lesa maestà, posso obiettare a Paolo Conte che una salita non è triste, una salita è vera. Come quella che si snoda inesorabile a scandire un divenire di fatica che segna a sudore i passaggi da Le Piastre e San Marcello per poi precipitare in alto, spesso dentro il cobalto di cielo della prima estate. ..(…..) E’ dove le statistiche non arrivano che comincia la partita più vera, fatta di passi pesanti eppure forti, di gambe, appunto, e di cuore, di spugne e docce nebulizzate come armi di difesa dalla morsa di sole e asfalto. Ed in cima a piazza delle Piramidi, ci ritroviamo di solito a contare gli uomini prima ancora che gli atleti L’anima della Pistoia-Abetone è nel corpo spesso non più giovane di podisti cui non “piace vincere facile”, come recita una pubblicità tristemente capace di specchiare questo nostro tempo. E là dove la strada finisce, più su degli ultimi alberi, probabilmente li guarda ancora Zeno Colò, compiaciuto oggi come allora, quando strinse fisicamente la mano ad Artidoro Berti. O così comunque ci piace pensare che sia. (Daniele Menarini)
- Perchè questa non è solo una gara, ma una sfida verso se stessi, un lungo viaggio insidioso, difficile, ma ricco di sensazioni forti e di momenti indimenticabili, che segnano. E restano. Un percorso dove la testa conta più delle gambe, dove la volontà supera la fatica, e il cuore sale sempre di più, come la strada. La gara più dura, ma indubbiamente la più affascinante, quella che va vissuta per essere capita, quella che non ci sono parole, ma solo emozioni… (Daniela Viccari)
- Primo in quella spettacolare Piazza delle Piramidi dove arriva una delle 50 chilometri più dure e prestigiose d’Europa, sopra quel tappeto verde e sotto quel cielo azzurro, fra due ali di folla, con quelle due mani tese alle orecchie… Sicuramente una delle ultramaratone più dure al mondo, probabilmente anche una delle più belle, senza dubbio per me la più speciale! (Matteo Lucchese)
- La Pistoia-Abetone? Credetemi, caldo e salita sono davvero un cocktail indigesto! (Boris Bakmaz)
- Chi maratoneta non l’hai mai fatta, deve almeno una volta sfidarla. Lei che è un sogno lungo 40 anni, lei che ti accoglie nella bocca della bestia.. La Pistoia-Abetone, terribile ultramaratona di 50 chilometri…. Una leggenda, non una semplice gara, ma una lotta contro se stessi e gli elementi della natura, in particolare la salita. 31 chilometri per l’esattezza, ma a dire il vero quei primi 5 chilometri considerati piani in realtà salgono e così è tutta una sfida! Chi fa una “cento” poi vuole rifarla, chi fa questa invece se ne sta alla larga per la sua durezza. (Fabio Fiori)
- Mi portavo dietro la mia immagine al traguardo di San Marcello: seduta sul marciapiede davanti al bar, con la mia bella medaglia, gambe distrutte, lacrime agli occhi e loro…gli eroi, “quelli dell’Abetone” che proseguivano… Ma come fanno? Allora mi sono promessa di prepararmi, di ritornare e di dare il massimo per poter conquistare quello che, al momento, mi sembrava pura follia irraggiungibile. Volevo tornare a San Marcello dove, su quel marciapiede davanti al bar, ho lasciato una parte di me e della mia passione, per portarla lassù, all’Abetone, verso una montagna che richiama così tanto rispetto per noi runners (…) Piazza delle Piramidi… eccomi correndo, con le gambe stanche ma non distrutte (…) Complimenti, abbracci…e tante lacrime. Non solo ho raggiunto il mio obiettivo ma ho fatto un tempone impensabile anche nei sogni più coraggiosi. Dopo qualche minuto sento: “Amore!”, mi giro ed è mio marito. “Ma che ci fai già qui?” Non lo so, ma è bellissimo….E’ stata la mia prima volta, che non si scorda mai…ma è stata anche qualcosa di più, che mi ha cambiata, che mi ha dato la forza per sorvolare le montagne…. Pistoia-Abetone, la mia più cara, ci vediamo l’anno prossimo per continuare a vivere questa bellissima passione. (Emilia Kotkowiak)
- Corsa stupenda, da lacrime. Ci rimane troppo nel cuore! (Gian Luca Simonetti)
- Una delle manifestazioni che dal punto di vista sportivo rappresenta l’immagine della Toscana. Dalla piana, dai poco più di 60 metri di Pistoia, salire su fino alla località montana più famosa della regione, ovvero l’Abetone. Tutto questo attraverso la fatica ed il sudore, ma sono ben 1800 gli atleti che si cimentano e quindi è una manifestazione di massa. Nel panorama delle granfondo a livello nazionale è una delle più importanti, in Toscana si contende storicamente questa caratteristica con la 100 Chilometri del Passatore, ma la Pistoia-Abetone, per l’impegno che richiede agli atleti, è di pari livello. Anche vedere dalla Lima all’Abetone questa fila indiana di podisti che, con grande impegno, arrivano in vetta, dà un fascino ed un senso di rapporto fra la fatica dello sport, il successo e la bellezza dei luoghi che è straordinario. (Eugenio Giani)
- La Pistoia-Abetone è la 50 chilometri più bella d’Italia e forse d’Europa. La soddisfazione di qualsiasi podista che riesce ad finirla è infinita. Fiero ed orgoglioso di averne fatte 5 edizioni! (Fausto Vettori)
- Oggi, a 42 anni dalla sua prima edizione, in che cosa consiste la specificità della Pistoia-Abetone, il motivo del suo particolare fascino? I giudizi degli atleti sono concordi: unica perché la più difficile, indimenticabile per l’atipicità del percorso, che presenta solo 5 chilometri di falsopiano per poi passare ad un alternarsi mozzafiato di salite e discese. Eppure questa eccezionalità del livello agonistico non spiega da sola le ragioni di un successo così ampio e corale (nel 2016 ben 1800 atleti al via, in rappresentanza di 24 nazioni, numeri straordinari per una gara di questa difficoltà) (…..) L’unicità della Pistoia-Abetone risiede anche in questa sua costante ricerca di rappresentare qualcosa in più e di altro rispetto alla semplice gara podistica. Essa è un “progetto di sport” che la società organizzatrice “Silvano Fedi” ha concepito come totalizzante perché inclusivo di altri settori come cultura, turismo, welfare e, con prospettiva illuminata, ha fatto crescere nel corso degli anni, cercando un confronto stringente con il territorio che la ospita. Da Piazza del Duomo agli alberi centenari di Abetone, attraverso la vallata del Reno per poi arrivare a Piazza delle Piramidi, tutto deve diventare, e diventa, esperienza emotiva per chi corre questi 50 chilometri infiniti: le bellezze artistiche, i colori del pubblico lungo la strada, la suggestività del paesaggio naturale, la storia che si affaccia …. E poi, sopra ogni cosa, i trecento ragazzi che partecipano al Quarto Traguardo. Sono loro che precedono di qualche minuto gli atleti e, con le loro carrozzine, tagliano per primi il traguardo di una delle ultramaratone più dure e prestigiose del mondo. (Simona Pallini)
- Fino all’ultimo la cima non si vede… ma che meraviglia l’arrivo! Fatta una volta poi “non rifarla!”… Io invece 7 volte in cima!! (Santa Giardina)
- Così bella ed impegnativa che il cronometro è l’ultimo dei problemi! (Massimiliano Cucchiella)
- “Una sfida lunga 40 anni” è un libro che narra una corsa che è diventata mito: la Pistoia-Abetone, le sue donne ed i suoi uomini. (…) E’ un affresco della nostra storia pistoiese degli ultimi quattro decenni, è un libro di sport ma anche di costume, ci ricorda come sono cambiati il nostro abbigliamento, i nostri mezzi di trasporto, le nostre abitudini, ci ricorda personaggi che sono stati protagonisti della nostra comunità: assessori, sindaci, giornalisti, persone che non ci sono più ma che ci hanno lasciato eredità importanti. Un evento sportivo raccontato dentro il contenitore della vita quotidiana. Con in più il “Quarto Traguardo”, una perla di solidarietà dentro una gara che esalta la fatica e l’amore. (…) E’ il racconto della fatica individuale che trasforma l’evento in mito, pagine che spiegano un atto di amore collettivo, condiviso da chi quella mattina calza le scarpette, con coloro che sono ai lati della strada – volontari e appassionati – anche loro protagonisti in quel lungo nastro umano che unisce Piazza del Duomo all’Abetone, il nido dei falchi. (Alberto Vivarelli)
- La Pistoia-Abetone è una gara che fa vedere di che tempra è fatto un runner. Se non sei preparato, come a scuola ti becchi una “nota”! Bellissima esperienza, provare per credere: io ce l’ho fatta! (Roberto Mari)
- La Pistoia-Abetone di podismo, la corsa più affascinante d’Italia. Che storia! Che fascino! La vedevo passare da ragazzino e mi sono sempre detto: un giorno la vincerò io. (Roberto Barbi)
- Come le ciliegie, una tira l’altra. Quando l’hai corsa, non puoi più farne a meno. Alla Pistoia-Abetone bisogna sempre dare del “LEI”. (Giordano Chiappelli)
- E’ la Cima Coppi dei podisti toscani. Solo arrivarci è già una vittoria! Come sempre dico che questa non è una gara normale, è la più dura più assoluto. (Giuseppe Buda)
- Se vuoi sapere davvero chi sei, devi provarla almeno una volta….. Ora che ho sconfitto i miei demoni…ora che la montagna mi ha svuotato del tutto per poi arricchirmi per sempre…. “Dopo una salita…c’è sempre una salita”!! (Marco Bonamigo)
- Non si capisce cos’è la Pistoia-Abetone se non se ne respira l’atmosfera. Non solo quella dell’agonismo e dello sport, che rappresenta certo il centro della scena ma, da un altro punto di vista, è solo una parte del contesto. Non solo competizione, ma in quella giornata di giugno c’è qualcosa di forse più significativo, che tocca le corde della cultura e della generosità umane. E’ chiaro che mi riferisco principalmente al cosiddetto “Quarto Traguardo”, cui ogni anno prendo parte con piacere e passione. Quei pochi chilometri di passeggiata – con le narici ristorate dall’aria fresca delle Regine, spalla a spalla con ragazze e ragazzi entusiasti e tenaci, con volontari che rappresentano la parte migliore della nostra comunità – costituiscono uno dei momenti più piacevoli dell’anno, segnano gioiosamente il calendario. Ma anche al netto del “Quarto Traguardo” c’è qualcosa di più. Per percepirlo è sufficiente incrociare lo sguardo dei tanti che partecipano alla corsa senza nessuna intenzione e nessuna speranza di vincerla e nemmeno di ‘piazzarsi’. Particolarmente commoventi, tra loro, sono i partecipanti storici, donne e uomini passati dalla generazione dei figli, a quella delle madri e dei padri ed infine a quella dei nonni che ancora ogni anno si impegnano in una preparazione atletica significativa ed indossano scarpe e tenuta per affrontare una gara tra le più difficili e affaticanti al mondo. Vederli arrivare all’Abetone, piegati dalla corsa ma felici di essere lì, ancora una volta, per l’ennesimo anno consecutivo, è un’esperienza di relazione che trasmette un messaggio da non poter ignorare. Un messaggio che va al di là dello sport ed insieme riflette il cuore pulsante e sentimentale dell’esperienza sportiva. Chiunque abbia organizzato qualcosa nella sua vita si rende conto, infine, che la Pistoia-Abetone è una manifestazione imponente. Organizzarla non può che costare mesi di preparazione e d’impegno. E la generosità di cui scrivevo, quella che si respira lì, non è forse nient’altro che lo squadernarsi in poche ore di quella generosità che richiama a sé gli organizzatori per tutto il corso dell’anno, riunione dopo riunione, incontro dopo incontro, telefonata dopo telefonata. A tutti loro, che invidio e non invidio, ma soprattutto ammiro e ringrazio, va il mio più sincero in bocca al lupo per questa e per le prossime edizioni. (Massimo Baldi)
- Se fosse una gara ciclistica sarebbe un tappone dolomitico, se fosse una gara in moto sarebbe il Tourist Trophy, se fosse una montagna da scalare sarebbe, forse, il Cerro Torre. Invece è la Pistoia-Abetone, con i suoi lunghi anni intessuti di gioie e drammi, fatiche e sofferenze, tesi di laurea per ogni podista che si rispetti. Per alcuni ha significato una carriera, per tutti una vittoria strepitosa sui propri limiti. E resta certo fermo un punto: nel cuore di chi l’ha organizzata, l’ha seguìta, l’ha amata, vi ha partecipato, la Pistoia-Abetone lascerà un’impronta che non potrà mai essere cancellata. (Cristiano Rabuzzi)
- Come il primo amore non si scorda mai. Conosco molto bene la parola fatica, ma questa esperienza è stata veramente dura. Mi volevo regalare i mitici 50 chilometri in salita per i miei 50 anni e regalo mai più è stato gradito. Al prossimo anno, “Signora delle gare in salita”, gara per molti, ma non per tutti!. (Riccardo Keyes)
- La più bella in assoluto corsa finora…. Le emozioni provate…. Il percorso….. i volontari…. Mi Sono letteralmente innamorata!! (Mirela Hilaj)
- L’ho fatta tutta ed è durissima e bellissima. La bellezza della Pistoia-Abetone è la fatica dei 50 chilometri in salita, è il calore delle persone nel percorso, è l’entusiasmo degli altri runners. E’ un’impresa epica e storica…. La sua difficoltà mi rende incerta nel rifarla, ma quante emozioni! (Francesca Sanna)
- La Pistoia-Abetone, quarantadue anni di un sodalizio perfetto. Volati in un soffio. E’ sempre così quando le simbiosi sono perfette. L’effetto di compenetrazione fra uomini, culture, eventi e territori, può farsi talmente profondo alle volte, da determinare una sospensione del tempo. Una tradizione e uno slancio. La voglia di altitudine, il bisogno di salire, si vorrebbe dire l’anelito al volo come simbolo della sfida quotidiana che l’uomo combatte con se stesso per rendersi migliore. Il tracciato, dalla pianura alla montagna, ricompone territori diversissimi in una sorta di “metropoli” totale. Gli uomini, che arrivano da ogni angolo del mondo, disegnano una etnia universale pacificata nei valori dello sport. Da qui, da questo territorio, dalla nostra provincia, il messaggio di umanità in pace con se stessa nel quale vogliamo continuare a credere ed investire. (Luca Marmo)
- Indescrivibile, un’emozione che non si può descrivere…. Angeli e demoni ti circondano mentre sali…. Correre tra fatica e dolore…..Tra gioia e felicità…. Corsa bellissima….Chapeau!! (Francesco Attuali)
- Gara da soppesare bene già alla partenza, assolutamente da provare….Grande atmosfera! (Luigi Mariani)
- 6^ Pistoia-Abetone terminata. Tutte le volte mi dico che sarà l’ultima ed invece…. Quindi appuntamento al prossimo anno. L’arrivo in Piazza delle Piramidi crea dipendenza! (Sandro Cappelli)
- Una manifestazione bellissima, da pelle d’oca. Sinceramente penso sia una delle cose più belle che ho fatto in vita mia. L’Abetone stupendo, tanta felicità, tanti sorrisi e tante emozioni! (Diego Petrucci)
- La Pistoia-Abetone non è una corsa, è una bellissima prova di sopravvivenza! Quando il fisico cede il passo, ti guida la testa e ti porta molto, molto in alto! (Elena Mucci)
- La gara ha fatto i suoi danni, non c’è che dire. E’ una corsa durissima, si va più a forza che di agilità. (Robert Radojkovic)
- Il Quarto Traguardo? Quando li aiuti e spingi la carrozzina fatichi, ma è una fatica bellissima, una meravigliosa emozione. La medaglia che mi hanno dato assieme a questi ragazzi per me vale più di tante cose che ho ricevuto. Quando sono qui loro sono felici, corrono col cuore e questi attimi di felicità sono impareggiabili. Per loro e per noi. (Giuseppe Bellandi)
- Anche questa Pistoia-Abetone è stata conquistata. Questa gara non si può descrivere, ma solo viverla in prima persona… Ti conquista e poi dal 33° chilometro ti strapazza… Arrivi su per quella lunghissima salita e ti viene in mente di tutto, ti maledici di esserti iscritta per l’ennesima volta, pensi che non la farai mai più… Curve, salite e ancora salite, senza respiro, gente ai lati della strada che ti dà forza, te sorridi perchè sei fatta così, sorridi anche nei momenti di difficoltà, vai avanti, i chilometri scorrono ed inizi a vedere la luce… Quel traguardo sognato, sudato, sofferto è lì…. Il tempo di tagliarlo, riprenderti ed arriva il pensiero malsano: il prossimo anno ci voglio essere ancora! Pistoia-Abetone, ancora a noi due! (Rosa Cusello)
- 40, 41, 42 e….43! E poi 44, 45, 46 e…99!! Immancabile! (Paolo Saviello)
- Questa gara incute soggezione ogni volta, sia alla matricola, sia alll’esperto, ma regala emozioni indimenticabili. Ricordo ancora le parole pronunciate dopo l’arrivo da Giampaolo Aloisi, padrino della “Lupatotissima”, uomo di sport ed infaticabile runner: “E’ stata la più bella ultramaratona che abbia mai corso”: (Stefano Scevaroli)
- Ci sarò per la mia 2^ Pistoia-Abetone…. gara meravigliosa…. la più bella!! (Stefano Venturi)
- La Pistoia-Abetone rappresenta molto di più di una semplice corsa podistica: è passione, amicizia, sensibilità ed attenzione nei confronti dei più deboli, è entusiasmo e voglia di stare insieme. Ciò che colpisce è la sincera solidarietà ed il grande spirito di collaborazione fra i partecipanti ed una menzione del tutto particolare va riservata al “Quarto Traguardo”. L’arrivo speciale dedicato ai ragazzi diversamente abili ed ai loro accompagnatori è sempre un’emozione fortissima, che si rinnova ogni anno con la stessa intensità della prima volta. Il loro sorriso è straordinario, a dimostrazione che lo sport è davvero per tutti, l’occasione per unire e passare assieme ore spensierate all’aria aperta. (Edoardo Fanucci)
- Molti atleti l’hanno descritta come una “scalata”, la lenta conquista di una vetta, che richiede non solo un grande sforzo fisico ed una sapiente misurazione delle proprie forze, ma anche un intimo e solitario confronto con se stessi. Una competizione che va vissuta con lo spirito mai arrendevole e sempre generoso di chi per la prima volta percorse a piedi quella strada. (Samuele Bertinelli)
- La Pistoia-Abetone non è una corsa podistica, è un incontro di boxe. Pochi secondi dopo il gong la strada ti colpisce in pieno volto, ti lascia stordito, si prende gioco di te quando ti illudi di poterle tenere testa verso San Marcello e poi ti scuote ancor più forte quando vuoi raggiungere la vetta. Ma quando sei lassù, nonostante i colpi subiti, sei il vincitore perchè non esiste ko più bello. (Francesco Pacifici)
- Mi han detto di una corsa micidiale/ per cinquanta chilometri e in salita/ concluderla è vincere un mondiale/ per molti è la corsa della vita/ bisogna aver del soprannaturale/ per vincerla lo sai questa partita/ per giungere trionfanti all’Abetone/ ci vuole buone gambe e buon polmone! (Gianluca Brotini)
- Una gara così mette alla prova fisico e spirito di chi corre. Ricalca gli obiettivi della vita: arrivano a compimento dopo mille insidie e una lunga salita. (Roberto Lotti)
- Una corsa oltre le mode. Donne e uomini affrontano il percorso opposto rispetto a quello che nei decenni ha spopolato la montagna. Si scendeva a valle per lavorare, per studiare, per una socialità diversa, spesso imposta dalle mode del vivere quotidiano. La Pistoia-Abetone è il percorso inverso, la sfida contro le asperità dei monti, le difficoltà che essi, per la loro morfologìa, comportano al vivere umano. Ed è anche il desiderio di rinnovare l’incontro con un mondo diverso, spesso dimenticato, fatto di spazi verdi, di acque chiare, di rude bellezza, di panorami tali per il basso livello di antropizzazione che li caratterizza. (Tommaso Braccesi)
- La Pistoia-Abetone è un appuntamento ormai diventato tradizione e se l’ultramaratona è una filosofia di vita, una prova con se stessi e con la propria tenacia, allora la Pistoia-Abetone, in questo senso, rappresenta di certo una delle corse più affascinanti e storiche, una delle gare sportive più avvincenti del panorama internazionale. (Federica Fratoni)
- Fatta 4 volte. La gara più bella di tutte. Ho 2 copie del libro, una è intatta, l’altra è stata letta 1000 volte. Ad ogni maratoneta non dovrebbero chiedere se ha corso New York. Dovrebbero chiedere se ha fatto la Pistoia-Abetone! (Fabrizio Di Michele)
- La Pistoia-Abetone è l’allegoria delle nostre vite spesso in salita, ma anche dei traguardi più belli e significativi, quelli raggiunti attraverso il sacrificio e l’impegno, in cui la vittoria è una comparsa cui nessuno dà troppa importanza. E’ prima di tutto una sfida con se stessi ed una “risata” in faccia ai propri limiti, è un cammino di 50 chilometri in cui non esistono avversari ma soltanto amici pronti ad aspettarsi l’un l’altro, perchè la strada da percorrere è sempre più lieta se condivisa. E’ una grande occasione per mettere in risalto la bellezza della montagna pistoiese, esaltando lo splendido scenario che, dal cuore della città, porta alle vette nostrane. Si tratta di un evento fondato sui sani principi dello sport e, cosa ancora più importante, sui valori della condivisione e della solidarietà, espressi ormai da anni dal “Quarto Traguardo”, che rende questa corsa un patrimonio di tutti. (Alessandro Tomasi)
- L’uomo sfida la montagna perchè è immensamente grande ed è gloria incommensurabile confrontarsi con lei. Il “sapore della sfida” della Pistoia-Abetone è ben conosciuto dai tanti podisti appassionati che tutti gli anni colgono l’occasione di confrontarsi con lei. Negli anni, migliaia di speranze e sogni di gloria hanno festeggiato, ma si sono anche infranti sulle sue pendici perchè la montagna va saputa carezzare, corteggiare ed amare. Bisogna avvicinarsi ad essa con cautela, preparazione e rispetto perchè da lei puoi avere molto, ma ti chiederà anche tanto sacrificio, sudore e sofferenza. Questo lo sanno i partecipanti a quella che è stata definita “la più dura ed affascinante 50 chilometri del mondo” ed è proprio per queste sue peculiari caratteristiche che è nato il mito della Pistoia-Abetone. In questo contesto di gloria e sofferenza esiste un altro prestigioso traguardo e se la montagna potesse appuntarselo al petto sarebbe uno dei suoi trofei prestigiosi. Facile parlarne, ma solo se l’hai vissuto puoi capire fino in fondo il suo significato. Solo se hai sentito le grida di gioia, solo se hai guardato negli occhi quei ragazzi puoi arrivare a toccare e capire cosa vuol dire “felicità”. L’importanza di tagliare quel traguardo in Piazza delle Piramidi dell’Abetone, pur partendo soltanto dalla località Le Regine per un ragazzo diversamente abile vuol dire averla spianata quella montagna. Il “Quarto Traguardo”, onore e gloria anche degli organizzatori, fa toccare a quei “ragazzi”, qualcuno non più giovanissimo, la soddisfazione di essersi confrontati con i giganti della gara regina. Quei pochi chilometri sono un leggersi dentro, un resettare tutti i falsi miti, un ricalibrare la scala dei valori, tornare ad assaporare il gusto delle cose semplici e genuine che fanno bene all’anima. Il prossimo anno venite a vedere gli eroi della Pistoia-Abetone, ma posteggiate a Le Regine e fate quei pochi chilometri in compagnia di quei ragazzi. Ne uscirete in pace col mondo. (Piero Giacomelli)
- La Pistoia-Abetone è un motivo di incontro, un ritrovo di amici lungo la strada, nei luoghi dove ho vissuto. Poter arrivare ancora al traguardo è una vittoria sul tempo che è passato, una dimostrazione a me stesso che ancoa “posso”. (Orlando Chiappelli)
- Ci ho pensato su un anno intero. E’ valsa la pena stringere i denti: arrivare in cima all’Abetone è proprio una grande soddisfazione. E’ stata soprattutto una sfida con me stesso. (Leandro Di Bene)
- A mio avviso è una delle gare più belle ed affascinanti del continente ed alla quale sono maggiormente affezionato, anche perchè l’Abetone mi fa tornare alla mente tanti ricordi di quando ero bambino! (Marco Lombardi)
- Perchè sono tornata a correrla? Ma perchè è la corsa più bella che ci sia! (Neza Mravlje)
- 27 Giugno 2004….. Io “potetti”…. E fu bellissimo! (Paolo Antonio Lagomarsino)
- Giù verso San Marcello e poi “gambe e cuore”…. si sale… sale…. sale…. fino al traguardo! A distanza di anni mi viene ancora la pelle d’oca al ricordo dell’arrivo…. Non so se correvo o levitavo…. Una sensazione unica…. Signori, questa è la Pistoia-Abetone! (Gaetano Colella)
- La più dura d’Europa…. Provare per credere! (Massimo Mariotti)
- La Pistoia-Abetone è una corsa durissima, ma di un fascino particolare, come una bellissima donna dura da conquistare. Se raggiungi l’Abetone è doppia goduria! (Paolo Lombardini)
- Fatta 5 volte ed una volta giungemmo secondi fra lle società dopo la Start Mosca, anni ’90… Sempre dura, bella e memorabile. A 63 anni ci faccio un pensierino, certe corse non si dimenticano mai!! (Diego Bovolato)
- Pistoia-Abetone, un’emozione anche a lavorarci! (Pablo Bassin)
- Nel mondo del podismo ci sono le gare, ma ci sono anche le imprese e, per me, la Pistoia-Abetone è una vera impresa. Quei tornanti ripidi che ti accompagnano fino in vetta non danno tregua. Questa corsa o si ama o si odia. Ed io la amo! Grazie per avermi regalato un’altra, nuova, grande emozione! (Silvia Parenti)
- Pistoia-Abetone fatta! Gara bellissima, un’ultramaratona storica, dura ed emozionante. Per capirla e descriverla bisogna viverla. L’atmosfera è unica, incredibile, spettacolare. Il finale è bello tosto, ma quando senti che sei al traguardo metti il turbo! (Filippo Menotti)
- La corsa più emozionante e più intensa. Dura, durissima, ma capace di entrarti nell’animo come nessun’altra. Il calore della gente che vi partecipa e la vive da bordo strada è l’abbraccio più bello che un corridore possa desiderare. (Ezio Pederiva)
- Tutte le volte è sempre nuova e va obbligatoriamente divisa in due. La prima parte, fino al 33° chilometro, è una gara splendida con due salite spettacolari. La prima durissima ma bella, perchè inizi ad arrampicarti sull’Appennino con scenari davvero incantevoli, la seconda più dolce ma bellissima, nel bosco. E poi che dire delle vallate ed i paesini che incontriamo, un grande spettacolo mentre i chilometri volano…. La seconda parte sono gli ultimi 17 chilometri, quelli che distruggono. Un inferno, non capisci neppure cosa stai facendo, vedi davanti a te solo e solo salita, con scritte “1° tornante”, “2° tornante” e così via. Poi Abetone, ed ancora Abetone (ma quante volte lo scrivono e non arriva mai…), sei solo e disperato, un’agonia che non finisce mai, maledici te stesso, non esiste più il tempo, non esiste più niente e meno male che alla fine il traguardo arriva davvero. Questa è la Pistoia-Abetone. La corsa più dura che io conosca. (Rocco Cupolo)
- Gara da soppesare bene già alla partenza, assolutamente da provare…. Grande atmosfera! (Luigi Mariani)
- E’ una corsa fantastica per l’impegno muscolare e l’impatto paesaggistico, a mio parere è la migliore ultramaratona che abbiamo in Italia. L’ho corsa per 10 edizioni consecutive ed ogni anno non vedo l’ora di essere nuovamente allo start di Piazza Duomo a Pistoia. Semplicemente TOP! (Paolo Bertini)
- Bellissima gara, cattivella ma con talmente tanta amicizia e simpatia che è impossibile non amarla. (Eliana Ravagni)
- E’ una corsa per chi ama mettersi in gioco e, se la vivi come un gioco, te la godrai. Ma va temuta quel tanto da prepararla con cognizione e sarà la tua più bella esperienza ed avventura. Da raccontare e da tenersela stretta. Va corsa per capire! (Claudio Filippelli)
- Ne ho visti di traguardi, da Roma allo Stelvio, ma l’Abetone è sempre un sogno che ho realizzato già due volte e spero di riviverlo. (Massimiliano Gambino)
- Affascinante! Ogni anno dico che è l’ultima volta e puntualmente l’anno successivo mi trovo alla partenza e poi all’arrivo…. Anche questo è il fascino di questa corsa! (Massimiliano Moncini)
- Il prossimo anno saremo in tanti. La più bella gara che abbia mai fatto! (Erika Baldoni)
- La Pistoia-Abetone è come entrare in un magico tunnel, dove la volontà, la forza ed il coraggio fanno da scudo contro forze maligne e nello stesso tempo affascinanti e maestose. Chi esce dal tunnel ed arriva al traguardo si sente come un gladiatore vincente nell’arena. (Luciano Susini)
- A hard, hard, hard race! Absolutely fucking savage! I’m off to find a corner to die in…. (Carla Molinaro)
- La Pistoia-Abetone di oggi è stata una delle gare più belle, ma anche più dure (forse la più dura in assoluto) che io abbia avuto, fino ad ora, l’onore di correre. Durissima, ma è davvero una corsa straordinaria. La maledici per 50 chilometri, ma appena tagli il traguardo pensi subito che dovrai aspettare un anno per rifarla…. (Fabrizio Lavezzato)
- Per me era la prima volta e posso solo dire che questa è una grandissima gara. Onore agli organizzatori ed a chi ha disegnato il percorso, un percorso da affrontare con rispetto (Salvatore Perillo)
- Se vuoi buttarti nelle ultra non iniziare dalla Pistoia-Abetone. E’ bellissima, forse la più bella, ma è davvero dura. Se ci vai senza esperienza rischi di prendere una tranvata. (Stefano Castoldi)
- Portarla a termine…. Un’emozione che dura una vita! (Beniamino Bertelli)
- Stupenda “50” di viaggio in solitario, dove gli ultimi chilometri sembrano non finire mai. Ma una prova di forza mentale. Alla fine puoi solo piangere di soddisfazione. Ce l’hai fatta…. col cuore! (Pepe Salvador Alvia)
- La prima non si scorda mai e sarà così…. E’ stata dura, non poco, me lo dicevano, ci credevo, ma non potevo immaginare una cosa del genere. La corri con le gambe, vero, ma la sali solo con la forza della testa…. (Luca De Marco)
- Consiglio a tutti di fare la 50 chilometri dell’Abetone, una sensazione adrenalinica stralunare. E sono d’accordo per la durezza della gara, ma è altrettanto ricca di tantissimi spunti emotivi che non si possono descrivere. (Antonino De Leonibus)
- La Pistoia-Abetone, per chi l’ha corsa, chi l’ha sognata e chi si iscrive quest’anno per la prima volta, è molto più di una corsa. E’ l’archetipo del viaggio in distanza ultramaratona, una Divina Commedia di passaggio dall’Inferno al Purgatorio al Paradiso. Ed è proprio così che si sente il podista che giunge al traguardo delle Piramidi nel tempo limite: in Paradiso. Per mille motivi: il caldo, l’ascesa, la fatica, la bellezza del panorama, l’impeccabile organizzazione, l’amicizia…. Pistoia-Abetone ci sei mancata per due anni, grazie di essere tornata! (Club Supermarathon Italia)
- Non è una gara, è veramente una sfida e non si può mancare quando senti dentro che ci devi essere! (Annalisa Mazzoni)
- La Pistoia-Abetone, una manifestazione cui sono legatissimo, quella che ritengo la più dura fra le ultra su strada. Tra poche ore tornerò a calcare l’asfalto bollente della strada infinita che porta all’Abetone o, come la chiamo io, del “Calderon del Diablo”. Nei primi anni ’80 ho iniziato a partecipare a questa corsa unica nel suo genere, di una durezza estrema e qui sta il suo fascino. Ecco perché cerco, nonostante tutto, di farne parte. E’ la gara dell’anno, quella per eccellenza, la gara delle gare e finchè ne avrò la possibilità sarà a primeggiare nel mio calendario annuale. (Claudio Guidotti)
- Esperienza stratosferica. Essendo la mia prima Pistoia-Abetone mi sono detto: goditi il panorama, goditi la bella gente che è lì per te, per tutti noi in gara. Esattamente così ho fatto! Ho dato tempo alle cose grandi per il mio cuore ed il crono è passato in secondo piano. Ho viaggiato, sinceramente non ho corso e da questo viaggio ho portato a casa solo cose belle, gente calorosa, posti stupendi ed amici runners nuovi! (Filippo Bordogna)
- 50 chilometri, 1830 metri di dislivello. Non è una semplice maratona, ma una ultra, una gara durissima resa tale dalle interminabili salite sotto il sole cocente. Una sfida personale dove l’allenamento del fisico non è sufficiente in quanto c’è bisogno di un coefficiente per moltiplicare le innumerevoli varianti. Ed è la mente. Solo lei comanda ogni singolo, estenuante passo per raggiungere il traguardo, la vittoria con se stessi. Cosa passa per la testa di ogni singolo partecipante non è dato saperlo, posso solo testimoniare di aver visto uomini pregare, donne a denti stretti, anziani ingobbiti con rivoli di sudore calare dai solchi delle rughe e ragazzi ripartire dopo crampi insoffribili. Un piede davanti all’altro a scandire come un metronomo un viaggio interminabile. Sul torrido asfalto solo i disegni astratti di luci ed ombre per giungere leggeri e tagliare felici il traguardo! (Federica Moruzzi)