Dopo due anni di forzata interruzione a causa della pandemia, il 26 giugno prossimo si tornerà a correre la storica ultramaratona Pistoia Abetone e, con essa, il Quarto Traguardo, la corsa di 3 Km da Le Regine ad Abetone – dedicata alle persone con disabilità.
Queste mie brevi riflessioni intendono richiamare l’attenzione delle istituzioni e delle associazioni di volontariato affinché questa ripartenza, anche grazie al loro impegno rinnovato, sia anche la conferma di una precisa volontà di fare sport: uno sport che abbia l’ambizione ad essere non solo competitivo, ma strumento di inclusività e di stare insieme. E’ stato infatti con questo spirito che il sottoscritto, allora Assessore Provinciale allo Sport insieme alla Dott.ssa Simona Pallini e a Guido Amerini, miei collaboratori dell’Ufficio, decidemmo di inventare il Quarto Traguardo nel lontano 2003. La decisione di trasformare, ed in parte di “rileggere”, una gara internazionale come la Pistoia Abetone (gara competitiva per eccellenza dove la resistenza degli atleti la fa da protagonista) si tradusse in una volontà di testimoniare altro e di realizzare un esempio tangibile e concreto del concetto di “Sport per Tutti”
Ma meglio di tante parole sono le sensazioni che provai nel vivere quella prima giornata, nel giugno di 20 anni fa, insieme ai ragazzi e alle ragazze, alle loro famiglie e i loro accompagnatori. Mi resi conto subito che il carattere speciale di quella iniziativa, quello che la rende tuttora unica, stava nelle differenti e molteplici emozioni che arrivavano dai molti partecipanti. La tranquillità e serenità con cui i familiari trascorrevano qualche ora insieme faceva da contraltare all’orgoglio che i ragazzi e le ragazze mettevano nel partecipare alla gara sportiva, alla soddisfazione con cui tagliavano il traguardo in Piazza delle Piramidi, alla forza con cui stringevano la medaglia al loro arrivo. Mentre spingevo una ragazzina in carrozzina per i 3 km da Le Regine ad abetone, mentre ascoltavo le sue parole che mi incitavano ad andare sempre più forte, mentre partecipavo alla sua gioia quando abbiamo tagliato per primi il traguardo, ho davvero pensato che il sentimento della competizione fa parte di tutti gli esseri umani e che, in fondo, avevamo vinto la nostra sfida con l’inventare il Quarto traguardo: cioè dare testimonianza con questa iniziativa , inserita all’interno di una gara competitiva per eccellenza, dell’estrema inclusività del messaggio sportivo.
In virtù di questo bellissimo ricordo che porto ancora con me, spero che tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti – dagli organizzatori alle associazioni alle istituzioni ai semplici cittadini – esprimano il massimo dell’impegno e della partecipazione: è un invito che rivolgo a tutti sicuro che nessuno ritornerà uguale dalla giornata trascorsa insieme il 26 giugno.